IT 5.02 – Poggio S. Vicino, Miniera, Pian dell’Elmo, Poggio S. Vicino

Itinerario: Poggio S. Vicino, Miniera, Pian dell’Elmo, Poggio S. Vicino

SENTIERI: 176, 178, 178A A/R, 178, 177B, s.n., 177A, 177, b.173A-173, 176

Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: M-A, Tempo: 5.45, Km: 18.7, Ascesa: 890 m

L’escursione inizia nel piccolo comune di Poggio S.Vicino poco distante dalla chiesa S.Maria Assunta. (1,2,3)
Dopo le invasioni barbariche fu posto sotto la giurisdizione dell’abbazia di Val Castro ed in seguito tra i territori della Chiesa. Nel 1349 fu costruito il Castello di Ficano per volontà di Smeduccio degli Smeducci di San Severino. Nel XVIII secolo il paese dovette fronteggiare gravi carestie, poi l’invasione francese e nel 1944 la distruzione quasi completa per mano dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Si prende la strada che indica “Ginocchielli San Romualdo” con il s.176 su asfalto e prima di uscire dal paese ancora a dx.     (4,5)
Dopo aver percorso 900 metri circa si volta a sx, lasciando così la strada asfaltata che continua verso Domo. Si scende verso la confluenza tra il Vallone del Tufo e il Fosso di Valdicastro; dopo una breve discesa su carrareccia si raggiunge a una costruzione dell’acquedotto. Si lascia il s.176 che sale a Pian dell’Elmo e si volta a dx per il s.178 costeggiando un piccolo torrente del Vallone del Tufo fino a attraversare dei piccoli viadotti.   (6,7,8,9,10,11,12)
Giunti a un ampio spiazzo si continua dritti per un’appendice che porta alla “Grotta dell’Ex miniera di Manganese” con il s.178A. Il sentiero inizialmente è pianeggiante poi superato un oliveto si giunge a un bivio, dove si volta a sx (alla dx si ritorna al paese), percorsi circa 1 Km a un altro bivio si gira a dx e si incomincia a salire fino a arrivare all’ex miniera di  manganese ora in disuso.         (13,14,15,16,17,18,19,20)
Si ritorna per la stessa strada fino all’ampio spiazzo lasciato all’andata (punto in cui si è deviato per andare all’ex miniera) si volta a dx proseguendo con il s.178. Si prende a salire e dopo 600 metri si giunge a una curva a gomito dove sulla dx si vede la Torre di Poggio San Vicino mentre alla sx una deviazione conduce in breve ai “Ginocchielli di S. Romualdo”. Questo è un lastrone liscio di calcare scuro alla cui base sono impresse le impronte del Santo. La leggenda popolare racconta che S. Romualdo saliva a cavallo verso Valdicastro quando l’animale si inginocchiò sulla pietra dell’impervio sentiero, lasciando le impronte delle ginocchia sulla roccia. Il Santo interpretò l’accaduto come un segno divino che rendeva sacri quei luoghi e decise pertanto di sceglierli per il suo eremitaggio.     (21,22,23,24,25)
Si sale su ampia sterrata in mezzo al bosco arrivando ad un bivio dove si prende a sinistra per arrivare alla sella che si trova  tra il M. La Torre, dove,si ergeva una torre a difesa del monastero di Valdicastro, ed il M. Sasso Porci. Dalle pendici erbose del monte salire con il s.177B al bivio voltando a  sx.  (26,27,28,29,30)
Percorsi circa 500 metri si raggiunge una pineta che si costeggia per breve tratto, s.n., fino al s.177A, sulla dx, raggiungendo un falsopiano tra bellissimi pini secolari; al bivio si lascia il 177A per continuare sul 177 attraversando la carrozzabile (che sale da Val di Castro) e continuare per prato su evidente mulattiera superando i prati di Rosa di Nania. Qui si può osservare dall’alto l’Abbazia di Valdicastro e di fronte inizia a mostrarsi con tutta la sua maestosità il Monte S.Vicino.   (31,32,33,34,35) 
Si supera il M. Moscosi  iniziando a scendere verso Pian Dell’Elmo tenendosi sulla destra; al primo bivio a sx, al secondo a dx in un bosco di caducifoglie raggiungendo il piano con una recinzione malridotta che superata si volta a sx.      (36,37,38)
Continuando su carrareccia si fiancheggia il camping ed il parcheggio raggiungendo così l’incrocio  dove si prende la strada asfaltata a sx, s.176; bivi con: 173 e 173A. Dopo 200 metri ad un incrocio ancora a sx procedere su strada bianca; dopo altri 300 metri si prende la sterrata a dx che scende verso la strada asfaltata che non bisogna attraversare, b.175, ma voltare a sx continuando con il s.176.        (39,40,41,42,43)
Superato il b.177 e percorsi circa 400 metri all’inizio di una pineta si volta a sx; qui si percorre una zona molto scoscesa e segnata dall’acqua chiamata “Frattucce”; al bivio voltare a dx. per inoltrarsi nel Vallone del Tufo che scende ripido per circa 2 km in un bel verde incontaminato; in fondo si lascia il b.178 (percorso all’andata) continuando con il s.176 che ritorna, con la strada fatta all’andata, a Poggio S. Vicino.      (44,45,46,47,48,49,50)