IT 2.12 – Costacciaro, Sasso Pecoraro, Monte le Gronde, Il Sasso, Costacciaro

Itinerario: Costacciaro, Sasso Pecoraro, Monte le Gronde, Il Sasso, Costacciaro

SENTIERI: 293(43), b.280 (24), sterrata s.n., 277 (20), 234 (8), 277 (20), s.n., 280 (24), 293 (43).

Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: M, Tempo: 4.15, Km: 13.7, Ascesa: 900 m 

Partenza da Costacciaro (1).
Il percorso inizia tra le case del paese lasciando l’auto, dopo circa 100 metri, nel parcheggio della strada per Pian delle Macinare; tornare indietro e girare subito a dx con s.293 (43); oltrepassata una sbarra la strada diventa sterrata.     (2,3,4)
Al bivio con il s.280 (24) si sale a sx, con una serie di tornanti che rendono meno faticosa la salita tagliando il bosco di latifoglie alternato a conifere ed a radure con il bel panorama delle colline umbre.    (7,8,9,10).
Sotto la Punta Sassopecoraro si incrocia la carrozzabile proveniente da Scheggia; continuare verso dx sulla strada bianca fino ad arrivare a dei prati e ad un tabellone che indica di salire verso sx con il s.277 (20) che si addentra nel bosco di faggi.     (11,12,13,14,15,16).
Salendo si arriva ad un bivio, Ranco Cerasa, e si prosegue verso sx con una salita abbastanza impegnativa fino alla Sella Col d’Orlando.   (17,18,19,20)
Poi ancora in salita con il s.234 (8) che porta in vetta a M. Le Gronde.   (21,22)
Si ridiscende sempre per lo stesso sentiero fino al tabellone sul prato dove si traversa la strada  e si prosegue, s.n., verso il bosco percorrendo un tratto in discesa in vista della strada asfaltata che si costeggia lasciandola in basso a sx.     (23,24,25, 26,27,28,29)
Arrivati ad un segnavia, s.280 (24), andare di nuovo nel bosco dove alla fine c’è un enorme masso, Il Sasso che, come un gigante, segna l’inizio della discesa nella Valle del Fosso Secca.  (30,31,32,33)
Il successivo segnavia indica una deviazione a dx che conduce, dopo poche decine di metri, all’ Androne del Forno dove è evidente il risultato dell’erosione dell’antico torrente Fossa Secca che vi scorreva originariamente;  successivamente il lavoro della natura è stato ampliato dall’uomo con l’estrazione di pietre da costruzione.     (34,35,36,37,38,39,40).
Proseguendo, lungo il cammino si incontra una specie di giaciglio scolpito nella pietra dove una lapide commemorativa indica il luogo di riposo del Beato Tommaso nelle sue visite all’Eremo di San Girolamo.   (41,42).
Con stretti tornanti ci si immette, sulla dx, nel s.293 (43) percorso all’andata tornando al parcheggio.   (43,44,45)