IT 3.06 – S. Emiliano, Montelago, Abbazia di Sitria, Passo di Nocria, Fonte Avellana

Itinerario: S. Emiliano, Montelago, Abbazia di Sitria, Passo di Nocria, Fonte Avellana

SENTIERI: 133, 105, b.105B, b.105A, 297 (47), 232 (6), 200, 254 (66)

Tipologia: T, Difficoltà: E, Impegno: M-A, Tempo: 6.00, Km: 16.9, Salita: 1022, Discesa: 721

Lasciata l’auto nei pressi dell’Abbazia di Sant’Emiliano in Congiuntoli (storico e bel monastero benedettino fondato nel secolo X nel comune di Scheggia e Pascelupo ai confini del Ducato di Spoleto) si traversa la strada (a dx per Perticano e Sassoferrato, a sx per Isola Fossara e Scheggia) iniziando a salire per un largo tratturo, s.133, con bella vista sull’Abbazia e la Valle del Fiume Sentino con sullo sfondo il M. Cucco. (1,2,3,4)
Si sale in direzione di M. Foria su evidente tracciato lasciando le diramazioni tra bosco, macchia, coltivi, prati ingentiliti da ginestre e cespugli di rose. (5,6,7,8)
Si arriva alla pala eolica che, oltre ad annullare l’aspetto idilliaco di Piancerreto, è ben visibile da molto distante amplificando, così, il danno paesaggistico; ed è piccola, bassa e…brutta! Figuriamoci quello che deriverebbe da altre in progetto: tante, larghe, alte e sempre…brutte!   (9,10)
All’inizio della recinzione girare a dx continuando con un tracciolino su prato, con la recinzione sulla sx e man mano allontanandosi per lasciare poi il tracciolino, che va diritto, per scendere in diagonale sulla dx verso il bosco. (11,12,13)
Anche qui il sentiero diventa subito molto evidente arrivando a superare un ruscello per risalire, dopo due bivi sulla sx, verso la strada, s.105, che sale da Montelago a Poggio Prato Tondo.    (14,15,16)
Pochi metri prima della strada c’è, sulla dx, la sterrata che scende alla graziosa frazione di Montelago.    (17)
Continuare a salire, sulla sx, la strada superando il bivio, sulla dx, con s.105B  e poi un altro bivio sulla sx fino alla limpida acqua di un abbeveratoio con fonte.   (18,19,20,21,22,23)
Poco dopo si supera l’ex Rifugio Stella (in abbandono) con di fronte una larga zona pin nic ed il Centro Daini.   (24,25,26)
Arrivati al valico di Poggio Prato Tondo (confine tra la Provincia di Ancona e Pesaro) si lascia il bivio con il 105A (che sulla dx sale per la sconnessa sterrata al V.co di M. della Strega) e si continua diritti (lasciando la strada sulla sx per M. Foria) su sterrata, sempre s.105, con  bel panorama del M. Catria) scendendo con fondo sempre più sconnesso fino a superare due frane ed uno sbarramento.   (27,28,29,30,31)
Con sullo sfondo la piramide del M. Motette (montagna molto interessante ed un po’ trascurata posta come è tra il M. Cucco ed il M. Catria che la sovrastano) si scende sempre su sterrata tagliando una ampia curva in direzione di un fontanile, anche questo da superare per intercettare subito dietro un sentierino che scende sulla strada che va da Serra S. Abbondio, verso dx, ad Isola Fossara verso sx.      (32,33,34,35,36,36)
Una vecchia e superata tabella ( indica la panoramica che c’è ma percorribile solo a piedi ed il M. Foria sembra aver preso il posto di Fuori) ci ricorda che siamo ai confini del Parco del M. Cucco dove si rimane ancora per un po’ traversando la strada per scendere dove finisce il s.105 e si intercetta il 297 (47) che descrive un anello intorno al M. Prati di Nocria.    (37,38,39,40)
Il sentiero va verso la recinzione per girare poi a sx e continuare in discesa nella boscosa valle con sullo sfondo il M. Motette  e la man mano più visibile Abbazia di Sitria dove si arriva traversando la strada.    (41,42,43,44,45,46,47)
L’Abbazia, fondata nel 1045 dai padri Benedettini, mantiene ancora intatto il profilo originale della chiesa ed una parte del convento;  tutta la struttura è ben tenuta, in perfetta armonia con l’ambiente che la circonda.      (48)
Scendere per la strada al vicino bivio denominato Maestà Confibio dove, sulla dx, continua il s.297 (47) che risale la valle fino al Passo di Nocria per scendere con il s.232 (6) fino a guadare il Fiume Cesano che ha origine poco più a monte.     (49,50,51,52,53,54)
Seguire la strada, s.200, verso l’Avellana (con percorso un po’ più lungo ma più facile) per circa 150 metri facendo attenzione, sulla dx, ad un passaggio che permette di traversare il fosso per salire con ripida ma breve scarpata continuando, poi, su di un sentierino a mezza costa (al primo, poco evidente, bivio prendere quello che sale) che man mano si allontana dalla strada per riavvicinarsi quando si supera un canale.     (55,56,57,58)
Al cimitero c’è, sulla sx, un largo tracciato che porta direttamente al monastero dove si può trovare il cancello chiuso e quindi, anche per rispetto, è meglio continuare diritti a dx del cimitero tralasciando la carrareccia che va sulla dx.    (59,60)
Si sale tra la vegetazione che ostacola un po’ fino a superare la ripida scarpata ed arrivare ad un largo ed evidente sentiero, s.254 (66), da seguire a sx superando un cancello in legno con sopra l’edificio della foresteria.      (61,62,63,64,65)
Scendere al sottostante complesso di Fonte Avellana fondato da S. Pier Damiani nel 1035 ampliando un preesistente eremo che ospitò S. Romualdo e citato da Dante nel ventunesimo canto del Paradiso;  nel 1600, dopo la soppressione della congregazione avellanita, il monastero passò ai camaldolesi che tuttora lo gestiscono.  Il tutto in un ambiente grandioso e suggestivo. (66,67,68,69,70)