IT 2.15 – Val di Ranco, Valle di S. Pietro, Val di Ranco

Itinerario: Val di Ranco, Valle di S. Pietro, Val di Ranco

SENTIERI: b.237 (10b), b.225 (1), 229 (3), 236 (10), b.237 (10b), b.136D, b.136, b.1326A, b.237 (10b)-229 (3).

Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: B, Tempo: 1.30, Km.: 4.8, Ascesa: 260 mnbsp; 

Dalla località turistica di Val di Ranco (Sigillo) partono i sentieri 225 (1) e 229 (3) che dopo un breve tratto si dividono: il 225 per Acqua Fredda e Pian delle Macinare, il 229 per Rio Freddo; la nuova segnaletica riporta i toponimi senza i nuovi numeri ed a mano sono scarabocchiati i vecchi.(1,2,3,4,5,6,7)
Seguire il s.229 (3) che scende con Rio Freddo, in basso sulla sx, fino al vicino guado all’inizio della Valle di S. Pietro dove si sale al s.236 (10).       (8,9,10,11,12)
Il sentiero entra nella stretta valle per risalirla in una spettacolare sequenza di cascatelle, pozze, laghetti, facili passaggetti rocciosi e brevi tratti in piano dove si passa da un lato all’altro, acqua permettendo; fare attenzione ai punti bagnati o umidi, in particolare sui lastroni di roccia.(13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24)
La valle si allarga in un pianoro, dove c’era l’Eremo di San Pietro Orticheto di cui non rimangono segni, e si cammina di fianco al placido torrentello fino ad un altro piccolo rio dove c’è il b.237 (10b) che in 30 minuti porta a Val di Ranco. Scegliendo questa soluzione si abbrevia l’itinerario e si evita il tratto esposto di Passo Cattivo; si consiglia comunque di effettuare l’anello in senso orario , cioè salendo la Valle di S. Pietro.     (25,26,27,28)
Continuando a salire con il 236 (10) si arriva alla soprastante sella dove dal lato sinistro scende l’aereo crinale di M. lo Spicchio, b. 136D (ex 11).     (29,30,31,32,33,34)
Inizia la discesa con il paesaggio che si distende nella vallata di Rucce per risalire ai primi contrafforti del Gruppo di M. le Siere e, all’orizzonte, alla Dorsale Marchigiana.   (35,36,37)
Lo sguardo anticipa l’andatura e già scruta il Passo Cattivo che di cattivo non ha proprio nulla, anzi è un buon valico se non fosse per il breve sentierino molto esposto ed a tratti scivoloso che lo precede, quindi andare con calma e con attenzione; prima, alla fine della discesa, c’è il b.136 (che scende a Rucce).         (38,39,40,41)
Superato il Passo ancora qualche roccetta poi un sentiero a mezza costa, b.136A (che scende a Viacce), verso l’ampia sella prativa da raggiungere senza lasciare la evidente traccia che a metà pendio curva a dx.       (42,43,44,45,46,47)
Alla Sella di M. Culumeo la brutta sorpresa, purtroppo ripetitiva, del palo con tabelle a terra; bestiame al pascolo o vandalismo? Le scritte col pennarello sulle tabelle, però, non sono di certo opera del bestiame. Andare a dx scendendo nel villaggio turistico fino al punto di partenza dove arriva anche il s.237 (10b) dalla Valle di S. Pietro.     (48,49,50,51,52,53,54,55)
Poco sotto c’è un parcheggio e lo storico “Albergo Ristorante M. Cucco da Tobia”.
Val la pena di ricordare Tobia, un personaggio unico. Boscaiolo della terza generazione della famiglia Beni di Sigillo. Tobia “vive” il territorio con grande intensità. Lavora, costruisce, studia, scrive, insegna.
Fino agli anni ’50 nella Val di Ranco non c’era nulla, nulla di umano ma c’era tutto per intuire una allora vaga fruizione tra splendide faggete e brillanti praterie.
Nell’aprile del 1952 i sigillani festeggiano l’inizio dei lavori per la strada. Nel 1958 un pioniere, l’Ing. Alberto Agostinelli, inizia un piccolo chiosco (proprio dove oggi c’è l’albergo) che Tobia subito rileva. Poco distante anche Cappelloni, l’amico concorrente, da corpo a questo sogno. L’acqua e l’energia elettrica sarà disponibile solo dal 1964 favorendo lo sviluppo di un piccolo villaggio.
Nel 1967 iniziano le grandi scoperte in Grotta, le discese nella Forra di Rio Freddo e dal 1980 veleggiano i deltaplani che Tobia ha avventurosamente preceduto. Tobia arrampicava  ed faceva da guida. Rimarrà per sempre il patriarca di Monte Cucco.